La pubblicazione sul Journal of Clinical Oncology dell’aggiornamento a 10 anni dello studio DBCG 07-READ riporta alla ribalta l’irrisolto problema del ruolo delle antracicline nel trattamento adiuvante del carcinoma mammario.

Nell’editoriale di accompagnamento Grinda e Burstein scrivono che è iniziato “il lungo addio” e ne illustrano i motivi: pur ammettendo un vantaggio degli schemi “con” antracicline rispetto a quelli “senza”, la migliore capacità di predire il rischio di recidiva e l’emergenza di nuovi farmaci (immunoterapici, anti-HER2, nuovi agenti ormonoterapici, inibitori di ciclina) finiscono per ridurre di molto il numero dei casi in cui potrebbe manifestarsi questo piccolo vantaggio, soprattutto a fronte del maggior numero di casi di scompenso cardiaco e mielodisplasia/leucemia mieloide acuta (comunque assai rari anche nello studio READ).