In un articolo su Lancet Oncology è illustrato un trial di fase 1 condotto in pazienti con carcinoma colorettale metastatico: non è un trial qualunque, perché si tratta di una terapia cellulare (cellule T autologhe) che hanno subito un editing genetico grazie alla tecnica CRISPR (CRISPER per tentare di pronunciare CRISPR ovvero Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats)-Cas9.

Questa tecnica di ingegneria genetica sviluppata da Jennifer Doudna ed Emanuelle Charpentier (hanno ricevuto per questo il premio Nobel nel 2020!) trae spunto da un sistema batterico in cui si può fornire la nucleasi Cas9 insieme a un mRNA “guida” per ottenere la rimozione, l’aggiunta o la sostituzione di frammenti del DNA nella posizione desiderata. Nel trial in questione le cellule T vengono rese Knock-out per il gene che codifica per le proteine di CISH (cytokine inducible SH2-containing protein); CISH è un check-point citoplasmatico, la cui eliminazione porta allo sblocco dell’azione dei linfociti T. La rilevanza di questo lavoro non sta tanto nei risultati, quanto nella straordinaria innovatività e complessità della tecnica impiegata.