È ben nota la storia naturale del carcinoma mammario “luminal like”: se diagnosticato in fase precoce, le possibilità di guarigione sono molto alte con l’ormonoterapia precauzionale adiuvante (solo in casi selezionati ad alto rischio associata alla chemioterapia e agli inibitori di ciclina). Una caratteristica di questa neoplasia, tuttavia, è costituita dalla persistenza del rischio di recidiva anche oltre il decimo anno dall’intervento chirurgico.

Poiché l’ormonoterapia classicamente è somministrata per 5 anni e le recidive possono occorrere anche successivamente, è stato molto razionale il passaggio a studi che esplorassero durate superiori ai 5 anni.
Ma, come spesso accade, c’è voluto il lavoro dell’Early Breast Cancer Trialists Cooperative Group (EBCTCG) per arrivare a una conclusione. Con una metanalisi sui dati individuali di oltre 22000 donne, il risultato è che il rischio di recidiva si riduce del 27%. Al clinico non resta che valutare come questa riduzione proporzionale si applica alla situazione di rischio residuo di ogni singola paziente. Per questo tipo di valutazione si può contare soprattutto sul valore prognostico del T e dell’N all’esordio, anche se alcuni profili di espressione genica sembrano poter predire le recidive tardive.