L’11 luglio ci eravamo occupati dell’impatto favorevole dell’attività fisica strutturata sulla prognosi del carcinoma colorettale operato. Ed è ora la volta di un altro studio positivo che non riguarda specifici farmaci antitumorali. Infatti, un gruppo guidato dal Karolinska di Stoccolma, ha pubblicato i risultati di un trial randomizzato in cui pazienti operati per carcinoma colorettale (stadio I, II e III) sono stati randomizzati ad aspirina (160 mg) oppure placebo.
Era nota l’attività “chemiopreventiva” di aspirina, particolarmente proprio per quanto riguarda i tumori del grosso intestino. I risultati di studi randomizzati precedenti offrivano risultati discordanti e controversi. La pathway di PI3KCA presenta mutazioni in circa un terzo dei casi di tumore colorettale e l’ipotesi dello studio è che l’effetto favorevole dell’aspirina possa emergere solo nei casi con mutazione. Il risultato favorevole è “centrato” dal trial (ALASCCA): l’aspirina ha determinato una riduzione del rischio di recidiva tra i pazienti con mutazioni hotspot di PI3KCA in esone 9 e 20 (ma l’effetto sembra analogo anche nel caso di alterazioni geniche diverse della pathway). L’HR per il tasso di recidive è molto buono (circa 0,50); il beneficio assoluto è limitato (7% con aspirina e 14% con placebo) essendo stati arruolati pazienti anche a basso rischio. Molto importante anche il rilevamento delle tossicità (16,8% di eventi avversi seri con aspirina vs 11,6% con placebo).