I sopravvissuti al cancro infantile e adolescenziale corrono un rischio maggiore di complicanze di salute a lungo termine (ad esempio per quanto riguarda gli effetti collaterali dei trattamenti adottati) e maggiori problemi psicologici e sociali. Un aspetto particolare, inoltre, è quello della difficoltà nel “passaggio di consegne” dall’ospedale pediatrico ai servizi sanitari per l’adulto. Il problema è ben presente a chi si occupa di Oncologia Pediatrica ed effettivamente campagne e progetti si sono moltiplicati presso le varie istituzioni pediatriche di maggiore importanza.

Lo European Network of Youth Cancer Survivors nel paper pubblicato su Lancet Oncology ha voluto affrontare il problema guardando alla possibilità di redigere Linee Guida basate sull’evidenza scientifica. Anche dalla semplice lettura degli statements emerge come molte aree di intervento siano sprovviste di evidenze scientifiche e quindi è indubbio che la ricerca debba farsi attiva anche in questo settore: cioè a dire non limitarsi all’effetto immediato delle cure, ma guardare agli effetti a lungo termine e alle modalità giuste per mitigare le difficoltà di transizione. Tre conclusioni sono da sottolineare: la necessità di individuare figure professionali dedicate (“coordinatori della transizione”), la necessità di redigere dei piani specifici (aspetti generali ed individuali) da condividere con i curanti dell’età adulta, la necessità di programmi di formazione continua che coinvolgano non solo professionisti, ma anche pazienti, familiari e caregivers. Insomma, il paper dello European Network of Youth Cancer Survivors, pur con i limiti di evidenze disponibili, rappresenta un passo fondamentale per migliorare la qualità della vita di questa popolazione vulnerabile, affrontando le specifiche esigenze di transizione sanitaria.